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VERONICA MONTANINO
IT’S A WONDERFUL WORLD
18 MARZO – 22 MAGGIO 2016
MUSEO MARCA CATANZARO
VERONICA MONTANINO
IT’S A WONDERFUL WORLD
18 MARZO – 22 MAGGIO 2016
MUSEO MARCA CATANZARO
Via A. Turco n. 63
Comunicato stampa
VERONICA MONTANINO: IT’S A WONDERFUL WORLD
Dedita alla pratica del camouflage e del remix, Veronica Montanino corteggia la mimicry e l’ilinx, la maschera e la vertigine, invita
al capogiro, all’allucinazione e al disorientamento. Niente bussola nei paesaggi che l’artista propone: alto e basso spariscono,
figura e sfondo giocano a rimpiattino in una superficie stratificata dove ciò che esce dalla macchia per farsi figura, o lascia il
colore per farsi forma, subito si perde col sopraggiungere di un nuovo livello. Ginnastica della visione che produce miraggi e al
tempo stesso nasconde, maculando, striando, zebrando, ocellando ciò che per un attimo appare familiare, ma non lo è.
Oltre sessanta tra quadri di grande formato, assemblaggi e installazioni site specific le opere che il Museo delle Arti di Catanzaro
propone per la personale dell’artista, sotto il titolo “It’s a wonderful world”, mostra a cura di Giorgio de Finis e Simona Gavioli.
Un viaggio a testa in giù che è lungi dall’essere una fuga nel fantastico, il giro di giostra di un colorato paese dei balocchi alla
ricerca di un’infanzia irrimediabilmente perduta, una ipnotica seduzione pop che dispensa facili paradisi artificiali. Tutto questo,
la fantasia, il colore, l’artificio, la seduzione sono qui “rivoluzione”, gli strumenti che Veronica Montanino sceglie per ripensare
paradigmi sclerotizzati e approdare ad una nuova ecologia della mente.
Il mondo non è bello, ma chi ha detto che non può diventarlo? Cosa ci impedisce di vederlo e conformarci a questa visione? Se
la realtà delle cose è dolore, sopraffazione e rovina, allora, dice l’artista, questa realtà va reinventata, rovesciata, ridisegnata. E
nessun può farlo meglio dell’arte, che è pratica di ribellione allo status quo. Dopo migliaia di anni di monoteismi sanguinari e
pensieri filosofici nichilisti, che hanno decretato le ingiustizie “insanabili” - in quanto connaturate alla condizione umana, poco
importa se in ragione di cadute o evoluzioni incompiute - l’artista invita ad abbandonare una volta per tutte le antropologie
negative e a riguadagnare, necessità socio-politica, l’immagine iridata e vitale di un mondo nuovo.
Via A. Turco n. 63
Comunicato stampa
VERONICA MONTANINO: IT’S A WONDERFUL WORLD
Dedita alla pratica del camouflage e del remix, Veronica Montanino corteggia la mimicry e l’ilinx, la maschera e la vertigine, invita
al capogiro, all’allucinazione e al disorientamento. Niente bussola nei paesaggi che l’artista propone: alto e basso spariscono,
figura e sfondo giocano a rimpiattino in una superficie stratificata dove ciò che esce dalla macchia per farsi figura, o lascia il
colore per farsi forma, subito si perde col sopraggiungere di un nuovo livello. Ginnastica della visione che produce miraggi e al
tempo stesso nasconde, maculando, striando, zebrando, ocellando ciò che per un attimo appare familiare, ma non lo è.
Oltre sessanta tra quadri di grande formato, assemblaggi e installazioni site specific le opere che il Museo delle Arti di Catanzaro
propone per la personale dell’artista, sotto il titolo “It’s a wonderful world”, mostra a cura di Giorgio de Finis e Simona Gavioli.
Un viaggio a testa in giù che è lungi dall’essere una fuga nel fantastico, il giro di giostra di un colorato paese dei balocchi alla
ricerca di un’infanzia irrimediabilmente perduta, una ipnotica seduzione pop che dispensa facili paradisi artificiali. Tutto questo,
la fantasia, il colore, l’artificio, la seduzione sono qui “rivoluzione”, gli strumenti che Veronica Montanino sceglie per ripensare
paradigmi sclerotizzati e approdare ad una nuova ecologia della mente.
Il mondo non è bello, ma chi ha detto che non può diventarlo? Cosa ci impedisce di vederlo e conformarci a questa visione? Se
la realtà delle cose è dolore, sopraffazione e rovina, allora, dice l’artista, questa realtà va reinventata, rovesciata, ridisegnata. E
nessun può farlo meglio dell’arte, che è pratica di ribellione allo status quo. Dopo migliaia di anni di monoteismi sanguinari e
pensieri filosofici nichilisti, che hanno decretato le ingiustizie “insanabili” - in quanto connaturate alla condizione umana, poco
importa se in ragione di cadute o evoluzioni incompiute - l’artista invita ad abbandonare una volta per tutte le antropologie
negative e a riguadagnare, necessità socio-politica, l’immagine iridata e vitale di un mondo nuovo.
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